Domenica, 09 Maggio 2021 06:36

"Dentro la Costituzione" - «LOGGIA UNGHERIA»: l’ «irragionevole» silenzio di Mattarella  In evidenza

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Firma della Prima Costituzione Firma della Prima Costituzione

Diciassettesimo appuntamento con la rubrica "Dentro la Costituzione". Ogni domenica, il Professor Daniele Trabucco, docente di diritto Costituzionale, entrerà tra le pieghe della nostra Costituzione per svelarne i contenuti noti e meno noti. Un'analisi critica spiegata con semplicità, e calata nei  fatti di attualità. Quest'oggi l'argomento riguarda la magistratura e in particolare lo scandalo che colpisce direttamente il cuore del CSM  "La Loggia Ungheria".

Di Daniele Trabucco (*) Belluno 9 maggio 2021 - Davanti alle vicende collegate alla presunta «loggia Ungheria» si assiste ad un assordante silenzio da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che, ai sensi del comma 2 dell’art. 104 della Costituzione vigente, presiede il Consiglio Superiore della Magistratura. 

Non si tratta di un aspetto secondario, dal momento che l’affidamento della Presidenza al Capo dello Stato (in Assemblea Costituente non mancò la tesi di affidarne la direzione al primo Presidente della Corte di Cassazione che avrebbe certamente rafforzato l’«autonomia» dell’organo) non si risolve in un mero rapporto di rappresentanza, ma in un rapporto di duplice valenza: per una parte il Capo dello Stato dirige i lavori ed esprime la volontà del collegio, per un’altra si relaziona con esso quale organo separato e distinto, ossia come Presidente della Repubblica che è anche Presidente del CSM. Pertanto, è innegabile che egli non porti quel «peso istituzionale» derivantegli dal ruolo esterno ricoperto, potendo, come è stato osservato (Zanon, Biondi), sia esercitare «penetranti poteri di controllo e di indirizzo sull’attività dell’organo, sia pervenire al suo scioglimento, sentito il parere dei Presidenti delle due Camere e del Comitato di Presidenza, qualora «ne sia impossibile il funzionamento». 

Se, dunque, venisse confermata l’esistenza di «logge segrete», quali strumenti di cerniera tra politica e magistratura, a quel punto il Capo dello Stato dovrebbe inevitabilmente procedere a scioglierlo. 

L’obiezione secondo la quale un eventuale intervento del Colle, in questa fase, costituirebbe «un’indebita interferenza sulle indagini in corso» non appare convincente. Infatti, una volta ammesso, nonostante le oscillazioni della Corte e le perplessità su alcuni snodi argomentativi, che il Consiglio Superiore della Magistratura è un organo di garanzia, dotato di attribuzioni che non sono fini a se stesse ma funzionali all’inveramento del disegno tracciato nel Titolo IV del Testo costituzionale attraverso la tutela dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura, il Presidente della Repubblica, senza entrare nel merito delle indagini, è tenuto ad impedire quell’offuscamento della Costituzione che, prima con il caso Palamara ed ora con la presunta «loggia Ungheria», l’opinione pubblica sta percependo relativamente all’organo di rilievo costituzionale chiamato a svolgere una funzione di «contrappeso», per dirla con le parole del prof. Gaetano Silvestri (già giudice della Corte costituzionale), sia nei confronti dell’ordine giudiziario, sia del potere politico. Scrive Albert Camus (1913-1960): «L’assurdo nasce dal confronto fra la domanda dell’uomo e l’irragionevole silenzio». 

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(*) prof. Daniele Trabucco. Costituzionalista presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona/INDEF. 

Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico. Professore a contratto in Diritto Internazionale presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. 

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